Dice un proverbio dei tempi andati “Meglio soli che male accompagnati”. Io ne so uno più bello assai: “In compagnia lontano vai”. Dice un proverbio, chissà perché: “Chi fa da solo fa per tre”. Da questo orecchio io non ci sento: “Chi ha cento amici fa per cento!”. Dice un proverbio ormai da cambiare: “Chi sta solo non può sbagliare!”. Questo, io dico, è una bugia: “Se siamo tanti si fa allegria!”.
Sta a noi decidere se bloccare la scrittura del nostro romanzo, continuando a rileggere le parti che non ci piacciono nell’illusione di poterle in qualche modo cancellare, o proseguirne la stesura aggiungendo capitoli pieni di bellezza, in cui anche quegli errori possono trovare il loro senso e la loro collocazione. (Guidalberto Bormolini, Roberta Milanese)
La giornata mondiale dell’ambiente è una festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e viene celebrata ogni anno il 5 giugno.
I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela. Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. E’ tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile. (Laudato sì, 25)
Vangelo (Gv 3,16-18) In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Dio è Trinità nella sua essenza. Non è quindi vero che esiste prima il Padre, poi nasce il Figlio e infine dall’unione dei due procede lo Spirito, non è quindi vero che l’amore in Dio sarebbe solo il risultato delle relazioni tra le persone, che l’essenza di Dio verrebbe prima della persona e la persona prima dell’amore. È piuttosto l’essenza stessa di Dio a essere trinitaria e, quindi, amore nel suo più intimo. L’amore è pertanto l’essenza comune delle persone; esse non hanno l’amore, ma sono l’amore, sono immerse in un amore unico e comune, tanto comune quanto l’unità dell’essenza divina. (Adrienne von Speyr)
Siamo amore nell’essenza, ecco perché tutte le volte che non riusciamo ad essere amore, nel nostro intimo non ci sentiamo in pace. Perché non amare è un po’ come morire.
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