spunti e riflessioni, per un giorno che sia davvero buono

Dieci anni fa

Il 27 aprile del 2014, Papa Francesco, con una solenne cerimonia in Piazza San Pietro, dichiara santi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, alla presenza del Papa emerito Benedetto XVI.


In questi due uomini contemplativi delle piaghe di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava «una speranza viva», insieme con una «gioia indicibile e gloriosa» (1 Pt 1,3.8). La speranza e la gioia che Cristo risorto dà ai suoi discepoli, e delle quali nulla e nessuno può privarli. La speranza e la gioia pasquali, passate attraverso il crogiolo della spogliazione, dello svuotamento, della vicinanza ai peccatori fino all’estremo, fino alla nausea per l’amarezza di quel calice. Queste sono la speranza e la gioia che i due santi Papi hanno ricevuto in dono dal Signore risorto e a loro volta hanno donato in abbondanza al Popolo di Dio, ricevendone eterna riconoscenza.

(Papa Francesco)

Vuoti e grigi

Perché a volte ci troviamo piano piano vuoti, grigi, senza felicità, senza gioia? Perché ci è stato rubato il fine delle cose, non intendiamo più il senso della nostra vita.

(Don Fabio Rosini)

Tu sei, o Marco, il Leone misterioso attaccato, insieme con l’Uomo, col Bue e con l’Aquila, al carro sul quale il Re dei re avanza alla conquista del mondo. Fin dall’antica Alleanza, Ezechiele ti vide nel cielo, e Giovanni, il profeta della nuova Legge, ti riconobbe presso il trono di Dio. Quale gloria è la tua! Storico del Verbo fatto carne, narrasti a tutte le generazioni ciò che gli da diritto all’amore e all’adorazione degli uomini; la Chiesa s’inchina di fronte ai tuoi scritti e li dichiara ispirati dallo Spirito Santo.
Nello stesso giorno di Pasqua ti abbiamo ascoltato nel racconto che ci fai della Risurrezione del nostro Salvatore; ottienici, o Santo Evangelista, che questo mistero produca in noi tutti i suoi frutti; che il nostro cuore, come il tuo, si stringa a Gesù risorto, affinché lo seguiamo ovunque in questa nuova vita che ci ha aperto, risuscitando per primo.
Domandagli che si degni di concederci la sua pace, come la dette ai suoi Apostoli, quando apparve nel Cenacolo; come la dette anche a te, nella prigione.
Tu fosti il discepolo di Pietro; Roma si onora di averti ospitato tra le sue mura; prega adesso per il successore del tuo Maestro, per la Chiesa Romana, sbattuta dalla tempesta. Leone evangelico, implora il Leone della tribù di Giuda in favore del suo popolo; risveglialo dal suo sonno; pregalo di levarsi con la sua forza: mediante il suo solo aspetto, dissiperà tutti i nemici.
O Apostolo dell’Egitto! cosa è divenuta la tua Chiesa di Alessandria, seconda cattedra di Pietro, arrossata dal tuo sangue? Le stesse rovine sono perite. Il vento infuocato dell’eresia portò la desolazione in Egitto, e Dio, nella sua collera, tredici secoli fa, scatenò su di esso il torrente dell’islamismo. Quelle contrade, dovranno dunque rinunziare per sempre a veder brillare di nuovo la fiamma della fede, fino alla venuta del Giudice dei vivi e dei morti? L’ignoriamo; ma, in mezzo agli avvenimenti che si succedono, osiamo pregarti, o Marco, d’intercedere per quelle regioni che evangelizzasti, e dove le anime sono altrettanto devastate quanto il suolo.
Ricordati anche di Venezia, o Marco! il suo scettro è caduto, forse per sempre; ma essa è ancora abitata da quel popolo, i cui antenati si consacrarono a te. Conserva in esso la fede; accordagli la prosperità, fa’ che si risollevi dalle prove avute e renda gloria a Dio.

(Prosper Guéranger)

Anche la preghiera personale è il piccolo rito quotidiano della carezza tra noi e Dio, è dirsi e sentirsi dire: mi fido di te, puoi fidarti di me, io ti voglio bene, tu mi vuoi bene.

(Marina Marcolini)

San Giorgio

Giorgio, il cui sepolcro è a Lod presso Tel Aviv in Israele, venne onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo. La tradizione popolare, secondo una leggenda tardiva, lo raffigura come un cavaliere che affronta un drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno. Pochi Santi possono vantare un culto così diffuso e tanta venerazione popolare: lo testimoniano le innumerevoli chiese a lui dedicate e i tanti paesi e regioni del mondo di cui è patrono. La sua memoria è celebrata il 23 aprile nei riti romano, ambrosiano, siro e bizantino.


O San Giorgio, a te mi volgo
per chiedere la tua protezione.
Ricordati di me, tu che hai sempre aiutato
e consolato chiunque ti ha invocato
nelle proprie necessità.
Animato da grande confidenza
e dalla certezza di non pregare invano,
ricorro a te che sei così ricco di meriti
davanti al Signore: fa che la mia supplica
giunga, per tua intercessione,
al Padre della misericordia.
Benedici il mio lavoro e la mia famiglia;
tieni lontani i pericoli dell’anima e del corpo.
E fa che, nell’ora del dolore e della prova,
io possa rimanere forte nella fede
e nell’amore di Dio. Amen