spunti e riflessioni, per un giorno che sia davvero buono

Archivio per aprile, 2015

La bella vita o la vita bella?

Ci sono alcuni che scelgono la bella vita, e pongono al centro loro stessi. Io devo divertirmi, io devo esagerare, io…

La bella vita però, non coincide con una vita bella. Chi vive una vita bella, pone al centro gli altri. Se penso ad una bella persona, mi viene in mente una persona sempre disponibile, buona, che si dà da fare per gli altri.

C’è chi si lascia abbagliare dalla bella vita e rimane al buio, chi invece sceglie una vita bella e si lascia illuminare dalla presenza di Gesù, che insegna sempre che una vita felice è una vita per gli altri.

E voi che vita scegliete?

Umiltà

L’umile spegne la superbia, però il superbo non può far danno a l’umile.
(Santa Caterina da Siena)

L’umiltà non teme avversario, l’umiltà non teme di cadere, è già a terra ad aspettare Colui che fino ai cieli la innalzerà come la più alta virtù!

Santa Gianna Beretta Molla

La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono.

Il cardinal Martini la dipingeva così: “Donna meravigliosa: amante della vita, sposa, madre, medico professionista esemplare, offrì la sua vita per non violare il mistero della dignità della vita”.

Il medico ha un’ arma in più della medicina. Il medico ha un’anima!

Papi santi

Un’anno fa venivano canonizzati da Papa Francesco: Papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

San Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello (cfr Is 58,7), perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia.
(Papa Francesco nell’omelia della S.Messa del 27 aprile 2014)

San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II pregate per noi.

Parlare col Pastore

Dal Vangelo di oggi (Gv 10,11-18):

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Quando di notte non riesci dormire, parla con il Pastore e smetti di contare le pecore.

Non so di chi sia questa frase, ma mi ha colpito. Sono tanti gli anziani che mi dicono che dormono poco e allora si mettono a pregare. Per loro la fede è un sostegno importante. Un giorno una signora anziana e ammalata mi ha detto: “ ormai le mie gambe non funzionano più, allora prego sempre che funzionino le tue, così puoi sempre venire a portarmi la Comunione”. Molti invece di contare le pecore contano su Dio, perché sanno che Lui è sempre accanto a loro.